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Soccorso e recupero dei pulli e cuccioli di fauna selvatica autoctona omeoterma

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Soccorso e recupero dei pulli e cuccioli di fauna selvatica autoctona omeoterma

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DOVE RIVOLGERSI

Settore Servizi Sociali / Servizi Abitativi

Unità Organizzativa Politiche di genere / Progettazione sociale / U.D.A.

LIPU

Il Comune di Carrara ha stipulato apposita convenzione con la LIPU per il recupero, il trasporto, il soccorso e le cure necessarie per i pulli e i cuccioli di fauna selvatica autoctona omeoterma.

Gli animali verranno recuperati sul territorio comunale da volontari e trasportati al Centro Cruma-Lipu di Livorno.

I cittadini che rinverranno i pulli e i cuccioli potranno telefonare allo 0586.400226 e parlare con personale formato del Centro tutti i giorni dell’anno dalle ore 10:00 alle ore 17:00. Il personale fornirà loro tutte le informazioni necessarie sia nei casi che l’animale non si trovi in difficoltà, sia nei casi in cui sia necessario soccorrerlo, ma anche informazioni sulla gestione temporanea e il primo soccorso. Contestualmente verrà attivata la rete di volontari presente sul territorio per effettuare il soccorso e il trasferimento presso la sede del Cruma nel minor tempo possibile. 

Di seguito alcuni consigli utili per chi trova un pullus o cuccioli di mammiferi in difficoltà o ferito

Se hai rinvenuto un uccello o un piccolo mammifero in difficoltà o ferito, prima di affidarlo alle cure specializzate del Centro Recupero della Lipu di Livorno, è necessario procedere all'alimentazione artificiale. Attenzione: le indicazioni che seguono sono di carattere generale e valgono esclusivamente per il primo soccorso e non, ovviamente, per l'allevamento dell'animale, che peraltro è vietato dalla legge italiana.

Come alimentare un uccello ferito

Un pulcino ha bisogno di mangiare e bere solo durante il giorno, ad intervalli regolari e diversi a seconda dello stadio di sviluppo: circa ogni mezz'ora per i nidiacei implumi e ogni 2-3 ore per i nidiacei impiumati.
Come alimento universale di emergenza, è possibile somministrare: pezzettini di carne cruda o camole (larve della farina o del miele) e acqua con un contagocce o siringa senza ago.
Attenzione: non somministrare mai e in alcun caso (sia per uccelli giovani che adulti) pezzetti o molliche di pane, latte o derivati del latte.

Dove tenere un animale ferito prima di consegnarlo alle cure di un Centro Recupero

Se si tratta di un uccello, depositarlo in una scatola di cartone di dimensioni adeguate (poco più grandi dell'animale). Per favorire l'aerazione, fare dei fori sulla parte alta della scatola. Sul fondo della scatola, sistemare dei fogli di giornale.

Importante: non utilizzare gabbiette o trasportini per gatti. Gli animali selvatici sono insofferenti alla cattività e se collocati in gabbie o trasportino possono agitarsi e ferirsi seriamente.

Per mammiferi molto giovani è sufficiente una scatola di cartone imbottita con fogli di carta assorbente da cucina o fogli di giornale. Per mammiferi adulti occorrono contenitori più robusti, dove posizionare gli animali avendo comunque cura di richiedere il rapido intervento di esperti (ad esempio Polizia Provinciale, Corpo Forestale dello Stato). Posizionare l'animale nella scatola, assicurandosi che non possa uscirne. Non mettere nella scatola alimenti o acqua, per evitare che si sporchi, infettando le eventuali ferite. Tenere lo scatolone in un luogo riparato, il più possibile tranquillo e al buio: l'animale si tranquillizzerà evitando di aumentare lo stress causato dalle ferite.

Se si tratta di animali molto giovani, cuccioli o pulcini, sistemare accanto o sotto la scatola una borsa d'acqua calda oppure una bottiglia di plastica riempita con acqua calda. Non posizionare la scatola con l'animale su stufe o termosifoni accesi. Attenzione: alcuni animali selvatici sono potenzialmente pericolosi, possono mordere, artigliare e beccare. Munirsi di guanti spessi e maneggiare l'animale facendo attenzione a non avvicinarlo al corpo e al volto.
Non improvvisare mai cure veterinarie.

Hai trovato un piccolo uccello in difficoltà? È meglio raccoglierlo o lasciarlo dov'è?

In primavera, può capitare di trovare un nidiaceo (un piccolo di uccello) durante una passeggiata nel bosco, ma anche nel giardino di casa, o sul marciapiede. La nostra sensibilità ci induce a raccoglierlo e portarlo a casa per "allevarlo". Eppure, non sempre è la cosa migliore.

Gran parte dei nidiacei abbandona spontaneamente il nido (merli, passeri, civette.) quando ancora non è un perfetto volatore: questi animali non sono abbandonati ma accuditi dai genitori, che li accompagnano nella graduale autonomia attraverso le "cure parentali" tipiche di ogni specie.
Dunque, raccogliere uno di questi nidiacei significa strapparlo alle cure dei genitori, sicuramente più valide del più esperto e attento veterinario.
Ricordiamo inoltre che la detenzione e l'allevamento dei selvatici da parte dei privati sono vietati dalla legge e che errate pratiche di soccorso e allevamento dei nidiacei possono determinare il fenomeno dell'imprinting, compromettendo la possibilità dell'animale di tornare in natura.

Prima di raccogliere un nidiaceo ci sono due situazioni che dobbiamo sempre valutare: se sono nidiacei feriti o in reale stato di pericolo (se di piccola taglia minacciati da gatti o altri predatori, finiti in mezzo alla strada) per sopravvivere hanno bisogno di cure da parte dell'uomo;  se sono nidiacei sani, anche se ancora incapaci di volare, non sono in pericolo e devono essere lasciati in quel luogo.

Spesso la fonte di pericolo può essere eliminata, ad esempio trattenendo un animale domestico (cane o gatto) in casa, o spostando il piccolo uccello di qualche metro dalla potenziale minaccia, o comunque vigilare sul nidiaceo fino a che non lo si ritenga più al sicuro.

Una leggenda metropolitana da sfatare

Non è vero che i genitori abbandonano i propri pulcini se toccati dalle persone che tentano di spostarli da un pericolo imminente.

Come aiutare un Rondone ferito o fuori dal nido

La cosa più importante da sapere sui rondoni è che questi uccelli non abbandonano il nido fino a che non sono completamente autosufficienti. Per loro quindi non valgono le stesse indicazioni di soccorso che abbiamo dato per gli altri nidiacei. I rondoni (in Italia si riproducono tre specie: Rondone comune, Rondone pallido e Rondone maggiore) sono uccelli particolari e delicati. La Natura li ha selezionati per vivere l'intero ciclo vitale in volo. Si posano solo nei nidi. Per questo posseggono zampe molto corte che non consentono loro di spiccare il volo dal suolo né di camminare alla ricerca di cibo. Capita tuttavia che questi uccelli, sia adulti che giovani immaturi, atterrino per errore o incidente al suolo. In questi casi il soccorso da parte dell'uomo è indispensabile.

Prima di prestare aiuto a un Rondone è necessario capire se si tratta di giovane individuo incapace di volare o di un adulto sano, perché il soccorso è differente nei due casi. Il Rondone adulto si distingue dal giovane perché quando le ali sono in posizione di riposo si incrociano sul dorso superando la coda di circa 2-3 cm. L'apertura alare è di circa 2 spanne e la silhouette disegna una falce. Un Rondone comune adulto, senza ferite, spesso torna a volare grazie alla semplice operazione di lancio. Se dopo il lancio dovesse plannare nuovamente al suolo, serve invece il ricovero in un Centro Recupero.Il Rondone adulto in assenza di evidenti ferite può essere rilasciato in loco, evitando il ricovero. È sufficiente un delicato slancio in luoghi aperti vicini al sito di ritrovamento (non da balconi o posizioni elevate).

Il Rondone giovane ha ali tendenzialmente corte che in lunghezza non superano mai la coda e al massimo si incrociano di poco sul dorso. Spesso sono visibili i calami alla base delle penne (astucci cheratinici che contengono piumaggio in crescita).
Il Rondone giovane, anche se in buona salute, non è in grado né di camminare né di volare e alimentarsi. Nessun tentativo di involo va operato. Serve invece il soccorso e la consegna a un Centro Recupero. Nell'attesa del ricovero lo si può adagiare in un contenitore di cartone e al caldo, come descritto per gli altri nidiacei.

Se devi nutrire il Rondone, in attesa di ricovero, puoi fornire i seguenti alimenti: piccole palline di carne macinata cruda di manzo, camole del miele, camole della farina (le camole si possono acquistare presso i negozi di pesca sportiva). Somministragli acqua da un contagocce o attraverso una siringa senza ago o anche con la punta del dito, lasciando cadere una goccia alla volta lateralmente sul taglio del becco. Importante: questo tipo di alimentazione è un rimedio di emergenza e non deve protrarsi nel tempo.

Come far volare un Rondone (istruzioni per l'involo)

Quando le ali diventano più lunghe di 2-3 cm rispetto alla coda e quando l'animale inizia a rifiutare il cibo e a fare prove di volo nello scatolone (aprendo e sbattendo le ali con insistenza), è segno che il rondone comune si sente pronto per volare.

Non fare lanci di prova perché il Rondone comune non atterra sulle zampe ma sul petto. Potrebbero dunque crearsi lesioni interne alla base del collo, con conseguenze anche letali.

Il Rondone è pronto per l'involo quando, messo sul pavimento a 3-10 metri da una finestra molto luminosa (ideale una porta finestra) con la faccia rivolta verso l'esterno, frullerà le ali e, nel tentare di raggiungere la fonte luminosa, si alzerà di 10-30 centimetri dal suolo (senza alcun aiuto da parte nostra, al massimo una leggerissima spinta in avanti) usando lo spazio che lo separa dalla finestra come "pista di decollo".

Se capace di alzarsi anche di soli pochi centimetri senza il nostro aiuto, il Rondone dispone della giusta muscolatura e una volta lanciato in aria, ad esempio su un campo erboso o di terra, sarà capace di prende il volo.
Se invece, messo sul pavimento come sopra descritto, il Rondone tenterà di nascondersi, o arrufferà le piume del dorso, o ancora si volterà con la coda verso la finestra, il Rondone non è ancora pronto per l'involo.

 

Ultima modifica

lunedì 21 febbraio 2022

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