In biblioteca a Carrara un'iniziativa per ricordare la Giornata internazionale della Lingua Madre
In Biblioteca a Carrara un’iniziativa per ricordare la Giornata internazionale della Lingua Madre
Il 21 febbraio si celebra la Giornata internazionale della Lingua Madre. Il motto di quest'anno, definito dall'Unesco, è "La diversità linguistica e il multilinguismo contano per uno sviluppo sostenibile".
La Biblioteca Civica, in piazza Gramsci a Carrara, alle ore 16.30, ospiterà un’iniziativa rivolta a tutti i bambini da zero a sei anni. Sarà possibile ascoltare le storie raccontate dai Volontari Lettori Nati per Leggere Massa Carrara. La finalità è quella di sostenere la diversità linguistica e il multilinguismo.
La lingua madre è la lingua del cuore, delle emozioni e degli affetti. Per un bambino è la lingua delle coccole, dei giochi, delle ninne nanne, della complicità e dei primi racconti. Contiene le parole che sussurrano, consolano, sgridano, rassicurano, insegnano. Cosa succede, però, alle lingue materne dei bambini figli di immigrati? Quando i bambini stranieri arrivano in Italia, la loro lingua improvvisamente scompare, è assente dai luoghi della scuola e dell’incontro e spesso viene chiesto loro di dimenticarla e metterla da parte per accogliere le nuove parole. Se la lingua materna diviene silenziosa, clandestina, marginale, i bambini non italofoni possono vivere una frattura rispetto alla loro storia precedente, una situazione di perdita e svalorizzazione. Una lingua “prima” non ostacola i successivi apprendimenti, ma, al contrario, apre a nuovi linguaggi e apprendimenti. La giornata di celebrazione può essere l’occasione per conoscere, riconoscere e valorizzare le lingue dei bambini.
La Giornata internazionale della Lingua Madre è stata istituita nel 1999 dall'UNESCO il 21 febbraio per promuovere la diversità linguistica e culturale e il multilinguismo. Nel 2007 è stata riconosciuta dall'Assemblea Generale dell'ONU. La data è stata scelta per ricordare il 21 febbraio 1952, quando diversi studenti bengalesi dell'Università di Dacca furono uccisi dalle forze di polizia del Pakistan (che allora comprendeva anche il Bangladesh) mentre protestavano per il riconoscimento del bengalese come lingua ufficiale.